Quattro chiacchiere con Carlo Cammerucci, fondatore della Camerucci Srl

Quattro chiacchiere con Carlo Cammerucci, fondatore della Camerucci Srl

Carlo Cammerucci è uno dei pilastri di Valentina C.

Una figura molto importante per i suoi figli Valentina e Vittorio considerando la grande esperienza maturata nel settore per decenni.

Un uomo che ha un grande trascorso alle spalle, fatto di grandi soddisfazioni e cambiamenti nella sua carriera.

Una serie di aneddoti che vengono esposti proprio dal signor Carlo in una interessante intervista, che ripercorre tutto il passato, analizza il presente e guarda al futuro.

Da dove ha origine questa speciale attività?

“Tutto ha avuto inizio quasi quarant’anni fa. Quando ero giovane ero un orchestrale, suonavo il basso. A un certo punto mi sono reso conto che la musica non mi avrebbe “dato da mangiare” adeguatamente e per sempre.

Così, nel 1979, ho iniziato questa attività, grazie anche al supporto di mio padre. Nasce così la Camerucci srl.

Bisognava trovare subito un marchio ho deciso di togliere una m al mio cognome perché ritenevo fosse più gradevole. Il nostro business principale era la produzione di cravatte.

Un’attività che poteva contare su basi solide, che ci hanno permesso di raggiungere numerose soddisfazioni.

Nel primo anno abbiamo fatturato 60 milioni di lire poi, incrementando anno dopo anno siamo arrivati, nel 1992 a fatturare più di 5 miliardi di lire

Quattro chiacchiere con Carlo Cammerucci, fondatore della Camerucci Srl

A cosa era dovuto questo successo?

“Ciò che principalmente ha dato modo di espanderci sono state le idee innovative.

Su tutte spiccava la rivisitazione delle cravatte “Regimental”. Siamo stati i primi a reinterpretare questo tipo di cravatte, che, in origine, utilizzano i colori tipici delle bandiere dei reggimenti inglesi, come dice il nome stesso.

Si parla di blu, bordeaux o verde bottiglia. Io, in quel periodo, utilizzavo quelle righe, ma le coloravo abbinando colori sgargianti come il marrone con il rosa, i blu con il viola, il verde con l’ arancio e così via.

Realizzando dei prodotti che, all’epoca, erano introvabili. Una piccola rivoluzione, che aveva portato sul mercato degli articoli innovativi, caratterizzati da colori fortissimi.

Tutto questo mi ha portato a collaborare con svariati total look, i quali affidavano a me le loro collezioni di cravatteria.

Per primo Brooksfield con cui ho collaborato per circa venti anni, a seguire New England, Oliver by Valentino, CP Collection, Mauro Grifoni, linee del GFT (Gruppo Finanziario Tessile) come Martin Guy, Profilo, Dalton & Forsythe e molti altri”.

Come sono proseguiti gli affari successivamente?

“L’apice del fatturato è stato toccato nel 1992.

Negli anni successivi, gli affari hanno iniziato a vivere una fase di declino continuo e graduale. Il settore ha risentito della perdita di interesse della cravatta in sé come accessorio. Si è riscontrato sul mercato un aumento spropositato di offerta mentre la domanda continuava a calare.

Prima era molto semplice vedere persone che acquistavano diverse cravatte contemporaneamente, ora, questo accessorio è sempre meno richiesto.

Fino a circa dieci anni fa, nelle annate 2007-2008, la Camerucci ha vissuto una flessione costante, per quanto riguardava il fatturato. Dopodiché è entrata in azienda mia figlia Valentina, con cui abbiamo attuato una piccola rivoluzione. Se, in un primo momento, l’attività si focalizzava esclusivamente sulle cravatte, con il suo ingresso ci siamo concentrati anche su altri prodotti, come le sciarpe.

Da qui è nata l’idea di dare vita al marchio Camerucci Archivio. Siamo andati a ripescare dai nostri vecchi archivi i disegni che avevamo utilizzato per le cravatte. Dopodiché li abbiamo ridimensionati, ingrandendoli notevolmente e li abbiamo riproposti sulle sciarpe. È stata una vera e propria svolta.

Dopo abbiamo dato una seconda svolta cominciando a trattare temi floreali coloratissimi interamente dipinti e ricamati a mano.

Valentina C: eleganza e stile firmati Valentina Camerucci

E poi, come mai l’idea di lasciare la Camerucci srl per fondare Valentina C?

“La permanenza nella Camerucci srl è durata fino al 2017. Sono stati quasi quarant’anni di duro lavoro ma ricompensati da innumerevoli soddisfazioni. Poi diverse divergenze sulle strategie di sviluppo e commerciali con gli altri vertici della società mi hanno portato ad uscire da quella realtà. Così, un anno fa, il mese di ottobre, abbiamo costituito questo nuovo brand.

Una nuova attività che, nonostante iniziata in un periodo difficile, ci fa guardare con ottimismo al futuro.

Questo perché sono stati davvero numerosi i clienti che, nonostante questo cambiamento, ci hanno seguito e continuano a garantirci la loro completa fiducia. È proprio questa la più grande delle soddisfazioni: vedere la fiducia dei clienti nella nostra nuova avventura.

Un bel segnale, in un periodo di crisi dell’abbigliamento, poiché ci viene riservato uno spazio all’ interno dei punti vendita.

Una domanda conclusiva: come vede il futuro dell’abbigliamento?

“Onestamente sono dell’idea che si stia tornando alle origini. Mi spiego meglio: negli Stati Uniti si sta assistendo a un fenomeno che, in futuro, spero di vedere anche in Italia. Non nell’immediato, perché è ancora troppo presto.

Mi riferisco al fatto che, in un primo momento, l’arrivo di siti di e-commerce come Amazon hanno messo in seria crisi qualsiasi settore, anche e soprattutto l’abbigliamento. Ultimamente, negli Stati Uniti, sta tornando la voglia di andare personalmente nel proprio negozio di riferimento per scegliere i capi e gli accessori da indossare.

Da questo punto di vista, ripongo fiducia nell’avvenire di questo settore. Un futuro più roseo specie per i negozi multibrand.

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